Il libro è il frutto delle riflessioni e delle analisi dell’operato di una insegnante, scritte in prima persona e si serve della sua documentazione diretta.
Ecco i motivi per cui il libro può interessare insegnanti, educatori:
Sostanzialmente lo spirito del libro è che una scuola “diversa” è possibile, molto valida, del tutto inclusiva, mai banale. E il libro suggerisce come attuarla.
– Non è un trattato di “pedagogia”, ma racconta molto di pedagogia, rivissuta attraverso le diverse attività didattiche. Si narra, dunque, come quotidianamente a scuola si può applicare il metodo dialogico di Paolo Perticari e l’ascolto attivo di Marianella Sclavi, ma anche come possono essere utilizzate tutte le strategie inclusive della Pedagogia Istituzionale, introdotte in Italia da Andrea Canevaro e le metodologie di Don Milani.
– Insegnando l’autrice Lettere nella Scuola Media, il libro si rifà molto alle esperienze relative all’insegnamento della lingua italiana, ma diversi sono i capitoli dedicati ai laboratori interdisciplinari e in particolare alla collaborazione tra l’insegnamento della lingua italiana e quello della matematica, anche perché la collega di matematica era co-ricercatrice con Perticari. Il libro riporta inoltre un’ampia documentazione delle sperimentazioni didattiche attuate negli Istituti Professionali di Cesena, per favorire l’inclusione degli studenti e introdurre la “mediazione”.
– Il libro ha la struttura dell’autobiografia, per essere il più possibile coinvolgente per un insegnante e non pedante. Emergono continuamente le “voci” degli studenti, inserite con dialoghi diretti. Voci reali, frutto dei diari quotidiani. Attraverso le loro riflessioni o gli scritti, sono presentati anche i risultati delle diverse attività.
Come dire, chi racconta è l’insegnante, ma i protagonisti sono gli studenti.
Gabriella Giornelli, ex insegnante e ricercatrice prima con Paolo Perticari, poi con Marianella Sclavi.
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Creare una danza, ovvero il privilegio di insegnare
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